È ormai concreto il rischio che venga intaccata la quota di posti di lavoro riservati alle persone con disabilità, come stabilì la Legge 68 del 1999. Resta infatti poco tempo, nonostante le rassicurazioni prodotte dal Governo nei mesi scorsi, per arrivare all’approvazione di quella Proposta di Legge che pur garantendo i giusti diritti dei familiari delle vittime del terrorismo e della criminalità, non pregiudicherebbe però quello stesso diritto per le persone con disabilità. Un sit-in di protesta, pertanto, è previsto per il 18 gennaio a Roma, di fronte alla sede del Ministero per i Rapporti con il Parlamento. Vi parteciperà anche una delegazione della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap)
Dunque, facciamo un rapido “riassunto delle puntate precedenti” o meglio riprendiamo quanto avevamo scritto
alla fine di ottobre (nell’articolo
Non è possibile contrapporre le vittime di terrorismo e criminalità ai disabili, che si può leggere cliccando
qui).
In tale occasione avevamo riportato le dichiarazioni dalla deputata
Amalia Schirru, ovvero che «il Decreto Legge
102/10 (articolo 5, comma 7), convertito nella Legge
126/10, rischia di provocare effetti devastanti, in materia di
assunzioni obbligatorie delle persone con disabilità, riservando, nelle aziende con più di cinquanta dipendenti, l’1% del totale agli orfani e ai superstiti delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, che andrebbero a occupare
i posti riservati ai disabili dalla Legge 68/99».
Forte dunque di questa convinzione e intravedendo la quanto meno «
inopportuna contrapposizione tra persone che tutte vivono quotidianamente una condizione di fragilità», la stessa deputata Schirru, insieme ad altri parlamentari, aveva presentato già nel mese precedente, in Commissione Lavoro della Camera,
un’Interrogazione a Risposta (
n. 5-03384, Seduta n. 367), chiedendo «un’esplicita interpretazione» di quell’articolo di legge, «al fine di precisare che i diritti dei familiari delle vittime del terrorismo
non debbano pregiudicare lo stesso diritto per i disabili».
Ebbene, la risposta del Governo era arrivata in ottobre, da parte di
Laura Ravetto, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per i Rapporti con il Parlamento, che aveva affermato: «Considerata la recente approvazione delle nuove disposizioni sul collocamento delle vittime del terrorismo e del dovere e rilevata altresì l’opportunità di verificarne il concreto impatto che esse possono avere sull'impianto della disciplina speciale prevista in favore delle persone con disabilità, la questione è stata portata all’attenzione di un apposito
Tavolo tecnico per l’attuazione della normativa a favore delle vittime del dovere, istituito presso il Segretariato Generale - Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo - della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che avrà il compito di trovare le soluzioni più idonee a garantire l’uniforme applicazione e l’operatività della disciplina in materia di collocamento obbligatorio. In questa prospettiva il Governo, nelle sue diverse componenti, è sicuramente disponibile a svolgere un ruolo attivo per sostenere ogni possibile iniziativa che conduca alla soluzione della vicenda, con l’obiettivo di scongiurare inopportune contrapposizioni tra persone che, seppure a diverso titolo, vivono quotidianamente una condizione di fragilità
[grassetto nostro, N.d.R.]».
Una risposta, quest’ultima, solo in apparenza rassicurante,
come ben dimostrano i fatti di questo inizio d’anno, che porteranno,
martedì 18 gennaio, a un sit-in di protesta - cui parteciperà anche una delegazione della FISH, organizzato a
Roma davanti al Ministero per i Rapporti con il Parlamento (Largo Chigi, 19, ore 11), per chiedere un incontro urgente con il responsabile di tale Dicastero
Elio Vito.
Infatti, la
Proposta di Legge n. 3720,
presentata anch’essa da Amalia Schirru,(
Interpretazione autentica del comma 2 dell'articolo 1 della legge 23 novembre 1998, n. 407, in materia di applicazione delle disposizioni concernenti le assunzioni obbligatorie e le quote di riserva in favore dei disabili, 21 settembre 2010, disponibile cliccando
qui),
non ha ancora avuto il via libera in Commissione Lavoro della Camera e quindi, a questo punto, diventa sempre più concreto il rischio che le persone con disabilità
vedano ridotta la propria quota riservata, come da Legge 68/99, in corrispondenza ad esempio dell’uscita dei bandi per la copertura dei posti disponibili nella Pubblica Amministrazione, prevista per il prossimo mese di febbraio.
«La modifica sostanziale introdotta dalla Legge 126/10 - sottolinea l’Agenzia «
Redattore Sociale» - si concretizza specialmente
in due punti: non solo nel
diritto di precedenza all’assunzione di orfani e vedove in luogo delle persone con disabilità, ma anche
nella sostanza della quota di riserva per la disabilità. La norma, infatti, va a “toccare” la quota riservata alla disabilità, diminuendola, e aumentando quella riservata a orfani e vedove, andando ben oltre l’1% previsto dalla Legge 68/99. Un vero e proprio “
scippo fra poveri”».
«Nonostante gli impegni e le ripetute rassicurazioni dei rappresentanti del Governo, - commentano in una nota
Amalia Schirru e
Augusto Battaglia, responsabile del Partito Democratico per la non autosufficienza - ad oggi non vi è ancora il via libera all’approvazione in Commissione Lavoro della Proposta di Legge n. 3720, che ripristina la quota riservata dalla Legge 68/99 ai lavoratori con disabilità. Se vogliamo quindi evitare che con la prossima uscita dei bandi per la copertura dei posti disponibili nella Pubblica Amministrazione si perdano
migliaia di posti di lavoro [si calcola saranno circa 10.000, N.d.R.] e se, come necessario, vogliamo che la legge venga approvata da Camera e Senato entro i primi giorni di febbraio, occorre ormai
una forte mobilitazione».
La
manifestazione del 18 gennaio, pertanto - che sarà abbinata anche a una campagna di mail nei confronti del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Maurizio Sacconi e del Governo, per far sì che vengano mantenuti gli impegni - intende essere un monito all’Esecutivo, perché venga accordata alla Commissione Lavoro della Camera la cosiddetta “legislativa” - cui necessitano ancora i pareri del Tesoro e delle Finanze - consentendo così alla citata Proposta di Legge di essere approvata,
senza mettere a rischio i posti riservati alla disabilità.
(S.B.)